Il Centro Sardegna ha voglia di fare impresa
Il territorio del Gennargentu-Mandrolisai si racconta attraverso le voci delle persone che vivono, lavorano e sognano qui. E quello che emerge è un quadro ricco di energia imprenditoriale e voglia di crescere insieme.
Un territorio che non si arrende
Per il secondo anno di fila abbiamo effettuato un questionario sulle competenze imprenditoriali del Centro Sardegna. Il nostro approccio si è sempre contraddistinto per partire dal basso e basarsi sui dati, andando a proporre soluzioni pensate con la comunità e non calate dall’alto. Siamo convinte che gli abitanti devono diventare protagonisti ed essere finalmente ascoltati. Le vere soluzioni nascono da chi vive quotidianamente questo territorio, ne conosce le sfide e ne intuisce le potenzialità.
Quest’anno la risposta è stata oltre le nostre aspettative: un campione di 70 persone hanno dedicato tempo a raccontarci la loro storia, i loro progetti e le loro necessità. E quello che emerge è il ritratto di un territorio tutt’altro che rassegnato.
La partecipazione è stata oltre le nostre aspettative, e quello che emerge è il ritratto di un territorio tutt’altro che rassegnato.
Il 71,6% dei rispondenti è una persona già imprenditorialmente attiva – liberə professionistə, artigianə, titolari d’azienda che ogni giorno scommettono su questo territorio. Persone che hanno già le mani in pasta, che conoscono le sfide ma continuano a investire energie e risorse nel Gennargentu-Mandrolisai.
Radici profonde, sguardo al futuro
Un dato che ci ha colpito particolarmente: Il 67,2% vive qui da sempre, mentre il 17,9% è tornato dopo aver vissuto altrove – storie di chi ha scelto consapevolmente di costruire qui il proprio futuro. Un ulteriore 6% vive altrove e vorrebbe ritornare e 1 rispondente non ha legami con il territorio ma sta pensando di trasferirsi.
Ma soprattutto, la motivazione è alta: il 71,6% si dichiara motivatə a creare o sviluppare attività imprenditoriali in zona: di questi il 32,8% risponde “moltissimo” e il 38,8% “abbastanza”. Il restante campione dichiara di star bene nella situazione attuale: alcuni lavorano come dipendente di aziende locali e altri dichiarano che la mancanza di risorse economiche e capacità frena la loro volontà di aprire una partita IVA.
Le sfide quotidiane (e come affrontarle insieme)
Non nascondiamo le difficoltà. Gli ostacoli principali che emergono sono l’accesso al credito (46,3%), le competenze gestionali limitate (37,3%) e la mancanza di personale qualificato (31,3%). Ma quello che ci ha colpito è che questi non vengono vissuti come muri invalicabili, bensì come sfide concrete da affrontare.
Il 47,8% chiede competenze su business plan e accesso a fondi e bandi, il 32,8% vuole imparare a collaborare meglio tra imprese, il 31,3% è interessato al marketing digitale. Non si tratta di bisogni astratti, ma di richieste precise di chi sa cosa serve per crescere.
Artigianato e tradizione, con uno sguardo nuovo
Nessuno dei partecipanti lavora nel settore turistico, ma nel commercio, artigianato, agricoltura e allevamento, dichiarando che avendone la possibilità vorrebbero integrare elementi turistici ed esperienziali nella propria attività.
Non si tratta di convertire tutto al turismo, ma di trovare modi creativi per raccontare e valorizzare quello che già facciamo bene: dalle tradizioni gastronomiche alle lavorazioni artigianali, dalla conoscenza del territorio alle competenze tramandate di generazione in generazione per valorizzare il patrimonio culturale e artigianale esistente.
Il valore della formazione pratica
Un dato che ci ha particolarmente incoraggiati: il 67,2% si dichiara interessato alla formazione. Ma non una formazione qualsiasi – quello che emerge è la richiesta di approcci pratici, learn-by-doing, che tengano conto delle specificità del nostro territorio. La richiesta di accessibilità geografica e compatibilità con gli impegni lavorativi conferma quello che ci aspettavamo: servono soluzioni pensate per chi vive e lavora nelle aree interne.
Cosa faremo con questi risultati
Questi dati non resteranno in un cassetto. Ci confermano che la strada intrapresa da Futuro (è) Locale è quella giusta: continueremo a investire in laboratori e comunità di pratica per condividere conoscenze e capacità tra chi vive e lavora nel territorio, ma soprattutto conosce la realtà quotidiana del lavorare in Centro Sardegna.
L’approccio sarà sempre quello che ci contraddistingue: valorizzare quello che c’è già, mettere in connessione persone e competenze, creare occasioni di scambio e apprendimento reciproco. Non importiamo modelli esterni, ma costruiamo insieme soluzioni che nascono dal territorio e per il territorio.
Un territorio che sa dove vuole andare
Quello che emerge dal questionario è il ritratto di un Centro Sardegna che ha le idee chiare. Sa quali sono le sue risorse, riconosce le sfide, ma soprattutto ha voglia di rimboccarsi le maniche e lavorare insieme per superarle.
Non abbiamo ricette miracolose o di rivoluzioni dall’alto. Si tratta di fare quello che questo territorio desidera fare meglio: collaborare, condividere, crescere insieme. Un passo alla volta, un progetto alla volta, una collaborazione alla volta.
Il futuro del Centro Sardegna non è qualcosa che arriverà dall’esterno o improvvisamente. È qualcosa che stiamo costruendo insieme, ogni giorno, con le nostre competenze, la nostra creatività e la nostra testardaggine di chi non si arrende mai.
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